Se si giocano **tutte le combinazioni possibili al SuperEnalotto**, si ottiene la certezza matematica di vincere il premio massimo, ovvero il famoso “6”. Tuttavia, questa apparente sicurezza comporta un costo talmente elevato da rendere l’operazione irrealistica persino per grandi gruppi di investitori.
La matematica delle combinazioni: quante giocate servono?
Il SuperEnalotto si basa sull’estrazione di **6 numeri su 90**. La domanda centrale, per chi ipotizza di giocare tutte le opzioni, è: quante combinazioni possibili esistono? Si tratta di un calcolo combinatorio ben preciso: bisogna determinare quanti gruppi diversi di 6 numeri si possono formare scegliendo da 90 distinti.
Con la formula delle combinazioni semplici si ottiene:
Combinazioni = 90! / (6! × (90-6)!) = 622.614.630
Dunque, chiunque volesse **coprire ogni possibile estrazione** dovrebbe compilare oltre 622 milioni di schedine diverse.
Il costo folle per assicurarsi la vittoria
Ogni singola combinazione giocata al SuperEnalotto costa 1 euro. Di conseguenza, per giocare tutte le 622.614.630 combinazioni sarebbe necessario un esborso di:
622.614.630 euro
Questa cifra, superiore al valore di molti jackpot storici, evidenzia che anche teoricamente garantire la vincita comporta un rischio proibitivo. Bisogna inoltre ricordare che:
Cosa succede in pratica: tra realtà e teoria
La storia del SuperEnalotto ci insegna che, sebbene teoricamente garantita, la strategia di giocare tutte le combinazioni non abbia alcun senso pratico. Nel febbraio 2023, ad esempio, la combinazione vincente fu realizzata tramite un sistema di 90 schede, ognuna delle quali portò a una quota di circa 4 milioni di euro sulla vittoria totale di oltre 371 milioni. Tuttavia si trattava in quel caso di sistemi ridotti, con un numero di combinazioni assai più basso rispetto al totale possibile, e solo la fortuna ha portato quei giocatori a vincere, non la “copertura totale”.
Nessun gruppo o individuo nella storia italiana ha mai giocato tutte le 622 milioni di combinazioni in una singola estrazione, proprio per l’impossibilità di sostenere oneri così elevati e rischi non trascurabili:
Probabilità e consapevolezza nel gioco
Le probabilità di centrare il fatidico “6” sono quindi una su oltre 622 milioni. Investire una cifra simile, anche in presenza di un jackpot record, espone il giocatore a un rischio economico insensato e quasi mai giustificabile sul piano matematico.
Il SuperEnalotto è un esempio di gioco d’azzardo dove il “banco”, ovvero lo Stato e i concessionari, partono sempre da una posizione di vantaggio. Questa disparità si manifesta proprio nella sproporzione tra il costo di coprire tutte le possibilità e il valore massimo del premio, senza contare che:
La tassazione e la realtà dei premi
Dal punto di vista fiscale, le vincite superiori ai 500 euro sono tassate al 20%. Nel caso di una ipotetica vincita massima su tutta la copertura, dunque, ci sarebbe comunque una “decurtazione” considerevole dalla cifra lorda.
Nel record del 2023, su oltre 371 milioni di euro vinti, circa 74 milioni furono trattenuti dall’erario. Il vincitore, o in questo caso i 90 partecipanti al sistema, ricevettero meno di quanto apparisse “sulla carta”.
Riflessioni finali tra sogno e realtà
Dal punto di vista matematico, giocare tutte le combinazioni “assicura” la sestina vincente. Ma la matematica del gioco, la logistica, la tassazione e il rischio della condivisione del premio lo rendono solo una provocazione teorica e non una strategia realistica per nessun giocatore. Il costo richiesto per assicurarsi la vincita supera nella stragrande maggioranza delle ipotesi il valore effettivo del jackpot, generando una perdita sicura.
Persino il sogno di realizzare una giocata di gruppo con milioni di partecipanti non muta la sostanza: l’operazione resta antieconomica, oltre che logisticamente irrealizzabile.
Alla luce di questi dati, l’approccio più sensato al SuperEnalotto rimane quello responsabile e consapevole, considerando la bassissima probabilità di successo e il costo reale di ogni giocata, e ricordando sempre che, in fondo, il vero “6” è giocare per il piacere e la speranza e non per una matematica certezza impossibile da sostenere.